[ RECENSIONE ] Il cavaliere dei sette regni di George R.R. Martin

IL CAVALIERE DEI SETTE REGNI di George R.R. Martin
332 pagine | €12.50 cartaceo

Westeros, novant'anni prima degli avvenimenti narrati nelle Cronache del ghiaccio e del fuoco. Qui si muovono due nuovi grandi personaggi: Dunk, noto anche come Ser Duncan, cavaliere errante poco avvezzo agli intrihi di corte ma abile nella lotta e nobile di cuore e il suo giovane scudiero Egg, un soprannome dietro cui si nasconde, all'insaputa del mondo, Aegon Targaryen, principe della Casa dei Draghi e destinato un giorno a sedersi sul Trono di Spade. Alla morte del cavaliere di cui era scudiero, Dunk decide di prenderne le insegne e partecipare a un gande torneo che si svolgerà al campo di Ashford. Sulla strada, in una locanda, incontra un ragazzino che afferma di essere orfano. Dopo un primo rifiuto, Dunk accetta di farne il suo scudiero: è il primo sodalizio di una straordinaria coppia di eroi. Dal giudizio dei Sette, passando per una storia di intrighi e tradimenti sull'Altopiano, fino alla misteriosa sparizione di un uovo di drago, Dunk e Egg affrontano incredibili avventure attraversando i Sette Regni di Westeros dall'uno all'altro dei punti cardinali. 
Il Cavaliere dei Sette Regni ci viene presentato sia nella copertina che nella quarta come il prequel di Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco - conosciuta dai più con il titolo di Game of Thrones grazie al planetario successo dell'omonima serie televisiva. Io non sono d'accordo. Quello che viene raccontato da Martin in queste pagine è una storia solo indirettamente collegata a quella realtà fantasy - pur riprendendo la sua spiccata vena tumultuosa e sanguinaria - che abbiamo imparato ad amare pazientemente in questi ultimi dieci anni. Ci troviamo in tempi antecedenti alla Ribellione di Robert Baratheon, in un'epoca dove i Sette Regni di Westeros vivevano ancora in una sorta di momentanea pace.

La storia ruota attorno a due caratteristici personaggi: Dunk - conosciuto anche come Ser Duncan o Duncan l'Alto - cavaliere errante, nato e cresciuto tra i vicoli dimenticati del Fondo delle Pulci ad Approdo del Re e Egg - bambino di appena dieci anni, orfano e scudiero del cavaliere - che nasconde un importante segreto dietro quella testa calva e una testardaggine impertinente, ma tradito da due inconfondibili occhi viola che catturano inevitabilmente l'attenzione del suo diffidente compagno di viaggio. Infatti, il piccolo Egg non è altro che Aegon Targaryen. Uno spoiler bello e buono che purtroppo ci viene rivelato già nella quarta di copertina; scoprirlo durante la lettura avrebbe lasciato al romanzo quel velo di maggiore mistero ed interesse che, in questo modo, è stato tolto letteralmente di bocca dal lettore. 
Superata questa piccola delusione, il romanzo segue le peripezie dei nostri due giovani protagonisti che, loro malgrado, si ritroveranno al centro esatto di una scena composta di intrighi e tradimenti, al crepuscolo di una guerra che, anni dopo, avrebbe portato alla totale distruzione della casa Targaryen con tutte le conseguenze che ben conosciamo.. Pur avendo apprezzato lo stile linguistico di Martin che, ancora una volta, riesce magicamente a trasportarti al centro esatto di una realtà fantastica ed emozionante, non sono riuscita a lasciarmi completamente andare durante la lettura di questo romanzo. 

Credo che , fondamentalmente, manchi quella perenne adrenalina che esplode letteralmente tra le pagine de Le cronache del ghiaccio e del fuoco e che, invece, in questo romanzo fatica decisamente a scalfire la superficie. Mancano i colpi di scena, personaggi a cui affezionarsi al primo incontro o odiare sperando ardentemente nella loro fulminea dipartita, quello stile cruento e diretto in grado di spiazzare il lettore, lasciandolo irrimediabilmente col fiato sospeso. Con questo non posso nemmeno dirvi di esserne rimasta delusa, non potrei mai esserlo quando si tratta di un autore che porta con sé il senso più puro ed ammaliante del fantasy, ma probabilmente - avendo letto, divorato e amato la saga - mi aspettavo qualcosa di più incisivo da Il cavaliere dei sette regni. 

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