[ RECENSIONE ] Alaska di Brenda Novak | Giunti

ALASKA di Brenda Novak
432 pagine | €12.00 cartaceo

Stanno accadendo strane cose nel piccolo villaggio di Hilltop, remota località dell'Alaska dove l'inverno è così gelido da ottenebrare le coscienze. Da quando, tre mesi prima, è stata aperta Hanover House, una clinica psichiatrica di massima sicurezza che ospita con finalità scientifiche i più feroci serial killer d'America, nessuno dorme più sonni tranquilli e a nulla servono le rassicurazioni di Evelyn Talbot, la psichiatra trentenne e determinata che dirige l'istituto insieme al collega Fitzpatrick. Soprattutto quando nella neve avviene un macabro ritrovamento: i resti di una donna, orrendamente martoriata. Per il giovane sergente Amarok è la conferma di ciò che ha sempre temuto: portare un branco di efferati assassini a pochi metri dalle loro case e dalle loro famiglie è stata una decisione estremamente pericolosa. Ma la sua fermezza si scontra con il fascino fragile e misterioso di Evelyn, il cui passato nasconde il più nero e atroce degli incubi. E mentre una violenta tormenta di neve si abbatte sul paese rendendo impossibili i collegamenti e le comunicazioni, la psichiatra ha più di un motivo per pensare che quel primo omicidio sia un messaggio destinato proprio a lei.
Alaska è un romanzo che non lascia respiro. Intenso, profondo, struggente e adrenalinico inchioda il lettore autenticamente alle sua pagine sin dai primi istanti; istanti che si insediano nel cuore del lettore come una lama tagliente, una ferita incapace di guarire, un dolore perenne che continua a pulsare indomabile, capitolo dopo capitolo. Alaska è la storia di Evelyn Talbot. Conosciamo fin da subito Evelyn, spensierata ed innamorata adolescente, costretta a subire sulla sua stessa pelle il peggiore dei tradimenti e a vivere ad occhi aperti il peggiore degli incubi da cui sembra impossibile destarsi in tempo. Ritroviamo, anni dopo, la dottoressa Evelyn Talbot in una sperduta cittadina dell'Alaska, ideatrice e sostenitrice della clinica psichiatrica di massima sicurezza Hanover House che, con finalità prettamente scientifica e fortemente ostacolata dalla pacifica popolazione, mira ad ospitare i peggiori sociopatici e serial killer d'America al fine di trovare una risposta alle loro azioni e alla totale assenza di reazioni emotive, coscienza o sensi di colpa.
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[ RECENSIONE ] The Boy Band - Li amavo da morire di Goldy Moldavsky

THE BOY BAND - LI AMAVO DA MORIRE di Goldy Moldavsky
378 pagine | €14.90 cartaceo
De Agostini | Link Affiliato Amazon

Hadley ha quindici anni e una vera ossessione per i Ruperts, la boy band del momento. Ecco perché, insieme alle sue tre amiche del cuore, affitta una stanza nello stesso hotel di New York in cui alloggerà il gruppo. Spera di poter incontrare i suoi idoli. Le cose però prendono una piega del tutto inaspettata quando una delle ragazze incrocia per caso Rupert P., il membro meno amato della band, ma pur sempre il suo preferito. Incapace di contenere l’entusiasmo, gli si getta al collo con tanto slancio che finisce per tramortirlo. In un attimo, il poveretto si ritrova nella camera delle fan, legato e imbavagliato. Il suo telefonino sequestrato e tutti i suoi segreti nelle mani avide delle quattro amiche. Hadley però si sente in colpa ed è pronta a tutto per liberarlo. Anche a rischiare il carcere o, peggio ancora, a litigare con le amiche. Per chiarirsi le idee lascia la stanza per pochi minuti. Ma al suo rientro il cantante è morto. Tutte e tre le amiche si dichiarano innocenti, eppure. Hadley sa che non può più fidarsi di nessuno. Così, in una lunga notte piena di colpi di scena, dovrà prendere la decisione più difficile della sua vita: tradire le amiche e confessare tutto, oppure tradire il grande amore – i Ruperts – e farla franca.
tutte noi abbiamo avuto quindici anni. Tutte noi abbiamo vissuto il periodo magico da boy band tappezzando muri e armadio di poster a grandezza naturale, cantando le loro canzoni notte e giorno, immaginando ogni possibile scenario di incontro più o meno lecito, semplicemente sognando che quel bellissimo pezzo carta possa un giorno trasformarsi in qualcosa di decisamente più reale e tangibile. E poi ci sono le pazzie, i chilometri macinati per un concerto, le file infinite e le corse forsennate per l'agognata transenna, le attese sotto l'albergo con la speranza di intravedere un viso familiare, di ottenere un autografo, una foto o anche un semplice saluto capace di regalarti quell'attimo di estasiante felicità.

Le vere fan hanno sempre una pessima reputazione! 
Dicono che siamo strane, isteriche, fissate, da manicomio. Ma la gente non capisce. 
Solo perchè amo tantissimo una cosa non vuol dire che sono matta.
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