[ RECENSIONE ] L'Ultimo di noi di Adélaïde De Clermont-Tonnere

L'ULTIMO DI NOI di Adèlaïde De Clermont-Tonnerre
383 pagine | €18.90 cartaceo

Dresda, 1945. Sotto un diluvio di bombe, una ragazza muore dando alla luce un figlio. Nell'affidarlo alla carità di estranei, consegna loro anche il nome del neonato, come una promessa di futuro. New York, 1969. Nella Manhattan di Andy Warhol e Jimi Hendrix, un giovane imprenditore rampante è pronto a tutto pur di conquistarsi un posto nel mondo e nel cuore dell'unica donna che è riuscita a farlo innamorare. Lui, Werner, orfano di genitori ignoti, è convinto di poter scrivere la propria vita da zero. Lei, Rebecca, figlia di uno degli uomini più facoltosi d'America, è uno spirito libero. Una rivelazione inattesa strappa a Werner quel futuro che credeva di avere già in pugno. C'è qualcosa, nelle sue origini oscure, che rischia di separarlo da Rebecca.
Considerando che amo arrivare direttamente al punto e non mi piace troppo girarci attorno, posso dirve senza particolari preamboli che L'ultimo di noi è quel genere di romanzo capace di racchiudere uno spettro incantevole di emozioni, immagini e suoni. Mi sono ritrovata tra le mani una lettura che non mi aspettavo di intraprendere, ma quando un'amica che ti conosce oramai fin troppo bene ti assicura che non potrà deluderti, come puoi farne a meno? E così ho iniziato a scorrere le sue pagine, ritrovandomi in compagnia di un protagonista eclettico ed affascinante, centro propulsore di una storia curiosamente atipica che sembra correre a due velocità

Werner, appunto. Un personaggio scomodo e irritante, dinamico ed affascinante che esalta ed incarna perfettamente il più classico sogno americano. Werner Zilch vuole ribaltare le sue umili origini, raggiungendo l'agognato successo con le sue forze e senza privarsi di nulla. Un cieco desiderio di rivalsa che nasconde molto più di quanto potremmo mai immaginare. Non si tratta di ostinazione nè di mero egoismo o di essere al centro più cocente attenzione perchè, forse, nessumo come Werner ha subito sulla sua pelle il pungente senso di solitudine, quella perdurante incertezza di non conoscere le sue origini e di non poter dare volto e nome ai suoi genitori biologici, a quella verità che teme possa andare perduta per sempre. Adelaide de Clermont-Tonnerre
intreccia con abilità narrativa due epoche storiche pressochè inconciliabili, ma che ci appaiono legate da quel silenzioso e beffardo destino che non potrà essere taciuto a lungo. 
Una storia a due velocità - vi dicevo - che si apre a noi mostrando tutta la sua frivola leggerezza tipicamente yankee in grado di divertire e conquistare nel suo stile tipicamente newyorkese, ma sottintendendo un retrogusto doloroso e feroce, capace di prendere vita all'improvviso, spiazzando il lettore per poi condurlo in una morsa irresistibile che non lascia via di scampo.

Perchè mettere da parte L'ultimo di noi sarà impossibile, credetemi. Sulla scena, infatti, si affacciano personaggi affascinati e finemente caratterizzati con cui la scrittrice sa giocare senza difficoltà, creando intrecci che sanno dare il giusto tocco dinamico alla narrazioni. Colpi di scena e plot twist, poi, risaltano senza particolari artifici grazie ad uno stile linguistico narrativo scelto con evidente intelligenza e precisione, toccando le corde giuste al momento giusto e spingendo il lettore verso una lettura piena e vorace. Una storia che sa unire amore profondo e passione sfrenata a pagine di storia che non possono essere dimenticate per poi virare con la giusta intensità verso un delicato intrigo che si spinge, capitolo dopo capitolo, verso un coinvolgente accento di mistero e suspense.

Ci troviamo davanti ad un romanzo che si evolve sotto i nostri occhi senza mai perdere contatto con la realtà, con i suoi volubili personaggi e con le complesse tematiche che inevitabilmente prendono il sopravvento e questo grazie ad una scrittura intrigante e lineare che la scrittrice arricchisce con puntuali e congeniali sfumature, catturando le molteplici sfaccettature umane che scivolano sotto i nostri occhi.

Ringrazio la casa editrice per la copia cartacea del romanzo

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